Addio a Samaranch Signore a cinque cerchi

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 21/4/2010, 14:09

Senior Member

Group:
Member
Posts:
27,296

Status:


BARCELLONA, 21 aprile 2010 - E' morto all'età di 89 anni, presso la clinica Quiron di Barcellona, Juan Antonio Samaranch, presidente del Cio dal 1980 al 2001. Era stato ricoverato domenica pomeriggio a causa di una grave insufficienza cardiaca; il decesso è avvenuto alle 13.25. A seguire il ritratto di Elio Trifari, già vicedirettore della Gazzetta dello Sport e ora presidente della Fondazione Cannavò.

Samaranch in un'immagine del 2008. Reuters
Samaranch in un'immagine del 2008. Reuters

la storia — Ha attraversato un secolo di profondi rivolgimenti politici, sociali ed economici, e di vaste trasformazioni del mondo dello sport, traghettando l’Olimpiade fuori dalle secche dei boicottaggi incrociati, e dagli equivoci di un dilettantismo fuori dal tempo, che l’ha sì precipitata nel vortice delle contraddizioni dell’autentico sport di vertice, ma l’ha anche salvata da un declino che era apparso inarrestabile. Juan Antonio Samaranch Torelló, marchese di Samaranch, nato il 17 luglio 1920 a Barcellona, settimo presidente nella storia del Cio, ha raccolto nel 1980 il testimone lasciatogli da un pallido nobile squattrinato irlandese, Lord Killanin, ed è uscito di scena mentre i Giochi si rivolgevano a Pechino e alle nuove frontiere, lasciando un movimento ricco di soldi e sponsor, capace di stimolare vasti interessi, di attrarre audience planetarie, di vivere e interpretare l’evoluzione dello sport moderno. La creatura di de Coubertin ne è uscita rinata a nuova vita, anche se ha dovuto pagare il prezzo della conversione allo sport-business, e dei nuovi compromessi legati al pesante ingresso delle multinazionali e degli interessi dei potentati economici sotto la bandiera a cinque cerchi.

Samaranch a Losanna nel 2001. Reuters
Samaranch a Losanna nel 2001. Reuters

la carriera — Era stato un modesto giocatore di hockey pista, sotto il generale Franco: con il franchismo aveva costruito la sua carriera di dirigente sportivo, scavalcando il dopo-Franco, prima presidente del comitato olimpico spagnolo, membro del Cio dal 1966, eletto alla massima carica mentre era ambasciatore per la Spagna in Unione Sovietica e Mongolia. Si è affacciato alla guida del Cio in pieno boicottaggio dei Giochi di Mosca, ordinato dal presidente Usa Carter come ritorsione per l’intervento sovietico in Afghanistan, ha dovuto incassare la ritorsione sovietica esercitata sui Giochi di Los Angeles, assorbire i problemi legati alla scelta della Corea del Sud per i Giochi ’88, mentre lavorava al suo progetto: ridisegnare l’Olimpiade, puntando a fare di essa il collettore di tutto lo sport, senza etichette né anacronistiche distinzioni di status.

bilancio — Ritenuto un latino moderato dal carattere gentile e accomodante, ha mostrato subito una feroce determinazione nel raddrizzare la barra olimpica, chiamando a concorrere alle vicende olimpiche il top delle multinazionali interessate allo sport, e facendo così affluire a Losanna montagne di denaro che ha investito nella sua creatura. Spietato, a volte, con gli avversari, ha perseguito gli autori di Lord of the rings, un libro che ne descriveva le talora disinvolte operazioni economiche ottenendone, evento rarissimo in epoca moderna, il sequestro internazionale. Ma ha anche, nella sua apoteosi, i Giochi nella sua Barcellona, nel 1992, ridisegnata urbanisticamente come mai nessun’altra città ha saputo fare in occasione dell’Olimpiade, riunito tutto il mondo, riabbracciando il Sudafrica dopo 30 anni, raccogliendo i pezzi della Jugoslavia dilaniata, completando il processo di trasformazione dell’Urss dopo la caduta del muro. E in quella circostanza, con l’operazione Dream Team che portò il basket Nba ai Giochi, ha spalancato i Giochi al vero sport di vertice, come lui aveva sempre voluto fare. Passata la mano nel 2001 al belga Rogge, mentre il Cio accoglieva il figlio Juan Antonio junior, presidente onorario della Caixa di Barcellona, questo grande amico della Gazzetta, cui conferì la Coppa Olimpica, e di Cannavò, con il quale organizzò la partenza del Giro 1996 da Atene nel centenario dei Giochi moderni, esce ora di scena all’ultimo insulto di un cuore affaticato, che ha battuto a lungo per l’Olimpiade e per se stesso.
 
Web  Top
0 replies since 21/4/2010, 14:09   12 views
  Share